Sapevi che in Italia alcune domande poste durante un colloquio di lavoro da parte del Recruiter potrebbero essere illegali?

Proprio per evitare di essere colto di sorpresa ed avere difficoltà a rispondere ti consigliamo di leggere attentamente questo articolo.

Qui potrai capire:

    • Come rispondere e gestire tali domande
    • Quali sono nello specifico quelle contrarie alle normative vigenti italiane

 

Come capire se una domanda è illegale?

Durante un colloquio di lavoro sono molte le domande che vengono poste dal Selezionatore per capire se il candidato abbia o meno le competenze e le qualità professionali che sta ricercando.

Per raggiungere questo obiettivo il Recruiter pone una serie di domande strategiche tese anche a mettere in difficoltà il candidato.

Sono domande strategiche di questo tipo, ad esempio, chiedere “Dove si vede tra 5 anni?”: il fine è quello di studiare le tue reazioni per analizzare a fondo il tuo profilo professionale.

Porre invece una domanda considerata “illegale” vuol dire indagare aspetti non funzionali alla candidatura o all’intero processo di selezione, ossia tutto ciò che riguarda i tuoi aspetti personali, della vita privata o familiare.

I riferimenti normativi presenti oggi in Italia

In Italia la legge prevede una serie di norme e regolamenti e tutela del candidato per evitare che l’azienda e/o il Reclutatore possa raccogliere informazioni sulla tua vita personale:

    • Codice delle pari opportunità

Il primo riferimento normativo che vogliamo condividerti è il D.L. 198 del 2006 noto come il Codice delle pari opportunità fra uomo e donna.

Tale decreto proibisce qualsiasi forma di discriminazione che sia relativa a:

    • stato di paternità/maternità
    • lavori precedenti o attuali svolti dai genitori del candidato
    • gestione della famiglia
    • stato matrimoniale (di famiglia o di gravidanza)
    • sesso e/o orientamento sessuale

 

    • Riforma del lavoro Biagi

Il D.L. 276 del 2003 invece tutela il candidato da domande e richiesta di informazioni su:

  • disabilità
  • stato di salute
  • precedenti rapporti lavorativi e/o criticità ad esso connesse

Cosa devi sapere su tutto ciò che riguarda la tematica della disabilità ed eventuali domande connesse:

Rispetto a quanto riportato in questo Decreto costituisce una eccezione i candidati che rientrano nelle categorie protette (ossia tutti gli individui con disabilità, patologie gravi e altre forme di invalidità psico-fisiche).

Questi ultimi devono dichiarare la loro condizione sul proprio curriculum vitae, al fine di essere agevolati nell’inserimento in azienda o nella ricerca di un nuovo lavoro.

 

    • Statuto dei Lavoratori  

L’Art.8 delle L.300/1970 recita: “è fatto divieto al datore di lavoro, ai fini dell’assunzione, come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini, anche a mezzo terzi, sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore.”

Ciò significa che è vietato chiedere durante un colloquio di lavoro, al candidato:

– informazioni legate alla fede religiosa o ideologia politica (sono espressamente vietate sia domande dirette che indirette)

– informazioni sulla nazionalità per evitare qualsiasi forma di discriminazione

4- Costituzione Italiana

L’articolo 37 della nostra Costituzione vieta qualsiasi forma di discriminazione di genere e impone al datore di lavoro di strutturare e organizzare la propria azienda evitando ogni forma di discriminazione nei confronti di candidati e dipendenti.

Esempi di domande illegali (e frequenti) poste durante un colloquio di lavoro

 1-Quali problemi ha avuto con il suo precedente datore di lavoro e/o responsabile?

Abbiamo detto che, secondo quanto riportato dall’art.10 del D.L. 276 del 2003 le Agenzie per il lavoro, le Aziende e i Reclutatori non possono fare domande relative anche a precedenti problemi avuti con ex datori di lavoro a meno che ciò non rappresenti un requisito fondamentale per lo svolgimento della mansione oppure tali informazioni non influenzino le modalità di svolgimento dell’attività lavorativa.

2-Vuole avere dei figli e/o ha dei figli?

Questa domanda è molto frequente ed è posta soprattutto a candidati di sesso femminile. Le storie che si possono leggere sul web sono moltissime proprio perché tale domanda viene comunque fatta spesso dagli HR.

Ma come abbiamo visto l’art. 27 del Codice delle pari opportunità vieta domande di questo tipo e impone il divieto all’azienda di formulare domande relative anche all’età dei figli.

3-E’ fidanzato e/o spostato?

Anche in questo caso parliamo di domande indiscrete e che violano la sfera privata e intima del candidato: per questa ragione la legge italiane che riconosce come discriminatorie.

4-Qual è il suo pensiero relativo alla legge x oppure al governo y?

Questo tipo di domanda viene considerata discriminatoria al pari di tutte le altre in quanto l’unico motivo che potrebbe spingere un selezionatore a formularle è la volontà di conoscere le opinioni personali e politiche del candidato che non rappresentano in alcun modo aspetti utili alla valutazione professionale dello stesso.

5-Quanti anni ha?

Le aziende non hanno alcun diritto di porti domande sulla tua età anagrafica.

Ad oggi moltissimi candidati ritengono questa domanda inopportuna o potrebbero sentirsi anche offesi durante il colloquio, ecco perché è necessario evitarla.

Tuttavia, potrebbero sussistere casi in cui chiedere l’età al candidato sia funzionale anche al processo di selezione in corso, ad esempio se l’azienda prevede un inserimento con contratto di apprendistato e dunque tale informazione diventa necessaria.

6- Qualsiasi domanda sul genere, identità di genere e/o orientamento sessuale

Abbiamo visto come il Codice delle pari opportunità intervenga soprattutto su queste tematiche.

Ma quali sono le domande di questo tipo che potresti (speriamo di no!) ricevere durante un colloquio di lavoro? Ecco degli esempi:

    • E’ sicura di potere svolgere questa attività in quanto donna?
    • In quale identità di genere si identifica?
      Questo lavoro richiede l’uso non solo di competenze tecniche ma anche di caratteristiche personali. In quanto uomo è sicuro di averle?

7-Soffre di depressione o ansia?

La norma vieta qualsiasi domanda tesa a indagare o raccogliere domande sullo stato di salute del candidato (salvo il discorso fatto sulle categorie protette).

Porre inoltre domande di questo tipo in sede di colloquio potrebbe influenzare negativamente l’esito del colloquio stesso, in quanto il candidato potrebbe chiudersi e non essere più disposto a condividere con il Reclutatore informazioni.

Come affrontare con professionalità e consapevolezza le domande illegali durante il colloquio di lavoro

Conoscere nel dettaglio quali siano le domande che il Recruiter non dovrebbe mai fare durante un colloquio è sicuramente importante ma non basta! E’ necessario infatti capire come gestire anche la situazione e cosa fare per affrontarla al meglio.

Ci teniamo a dirti che, ciò che potrebbe spingere un Recruiter a formulare domande “inappropriate”, potrebbe non essere dovuta alla sua cattiva fede ma anche alla inesperienza sul campo.

Anche in questo caso ovviamente la serietà e professionalità del Selezionatore dovrebbe sempre prevalere e siamo sicuri che la maggior parte degli HR non pongano questo tipo di domande al colloquio.

In ogni caso capiamo insieme cosa puoi fare se ti viene posta una di queste domande:

Opzione 1- Evitare di rispondere

Qualora il Recruiter ti ponesse una domanda che rientra nelle categorie che abbiamo visto (es. Ha figli o ne vuole avere?) e ipotizziamo tale domanda ti metta in imbarazzo o in difficoltà puoi pensare di non rispondere direttamente ma eludere tale domanda.

Esempio: “Le assicuro che la gestione della mia famiglia non inciderà in alcun modo sulle mansioni previste da questo lavoro”.

Opzione 2 – Far notare al Recruiter che la domanda non è pertinente

In questo caso puoi contestare la domanda posta dal Recruiter facendoli notare che sia illegale (in tal caso puoi anche far riferimento alle norme sopra citate) e che la risposta non è funzionale a quanto richiesto dall’annuncio di lavoro e/o lavoro da svolgere.

In tal caso il Recruiter, soprattutto se è il buona fede, si renderà conto del tipo di domanda inappropriata e il colloquio continuerà senza intoppi di alcun tipo.

Qualora invece lo stesso dovesse richiedere nuovamente una risposta allora è tuo diritto chiedere di interrompere il colloquio e congedarti.

Opzione 3 – Rispondere lo stesso alla domanda illegale

Puoi decidere di rispondere comunque alla domanda posta dal Selezionatore qualora tu ti senta a tuo agio.

Come dicevamo anche prima a volte gli HR non pongono tali domande in cattiva fede, la scelta comunque sarà esclusivamente tua.

Domande illegali poste più frequentemente alle donne

Secondo l’Osservatorio sugli ostacoli e le discriminazioni contro le donne nella ricerca lavoro di Jobiri più della metà delle donne ha ricevuto domande discriminatorie durante un colloquio di lavoro.

Sulla base dei dati raccolti (su un campione di 1.053 donne di età inclusa tra i 18 e i 65 anni) emerge infatti che le donne possono incontrare discriminazioni in ogni fase del processo di ricerca, dal momento in cui leggono un annuncio di lavoro al momento in cui affrontano un colloquio o ricevono una proposta di assunzione.

In particolare il 56% delle rispondenti dichiara di aver dovuto parlare della propria situazione matrimoniale, il 55% delle di aver ricevuto domande relative alla gestione o la cura dei figli.

Le domande illegali infatti più frequenti poste alle donne durante un colloquio di lavoro sono:

    • E’ sposata o fidanzata?
    • Ha figli o vuole avere dei figli?
    • Ha qualcuno che può prendersi cura dei suoi figli mentre lavora?

 Ti è mai capitato di ricevere una domanda illegale durante un colloquio di lavoro? Faccelo sapere nei commenti e continua a seguirci per altri consigli sul mondo del lavoro.

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