Di solito sono i recruiter quelli che fanno le domande, ma noi abbiamo deciso di invertire i ruoli. Oggi a rispondere alle nostre 5 domande c’è Giulia Avigni, Talent Acquisition Specialist e Responsabile dell’area Brescia/Bergamo di CPL & Taylor

 

1. Giulia, ci puoi raccontare come sei arrivata al ruolo che oggi ricopri? 

Per arrivare oggi in questo ruolo, ho conseguito una Laurea Magistrale in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane. Durante il percorso accademico, ho sempre lavorato, prima come educatrice e poi come selezionatrice del personale. Sono approdata a lavorare nel mondo HR, con uno stage nell’ufficio personale di una nota azienda di moda italiana, esperienza importante che mi ha permesso di comprendere le dinamiche professionali all’interno di una grande azienda. Successivamente, ho consolidato le mie competenze in ambito selezione in APL, dove ho avuto modo di conoscere approfonditamente il tessuto imprenditoriale bresciano. La mia forte attitudine alla selezione, alla valorizzazione dei talenti e la predisposizione all’ascolto attivo verso i clienti, mi hanno portata a scegliere CPL TAYLOR , per la mia crescita professionale. 

2. Cosa ti appassiona di più del tuo lavoro? 

La possibilità di valorizzare i talenti ed essere meritocratica con i candidati. Ritengo fondamentale dare valore e qualità all’attività di selezione, ascoltando il cliente nelle proprie esigenze, conoscerlo a fondo e creare una stretta collaborazione basata sulla fiducia. Creare interconnessioni il cui focus è l’attività di consulenza verso candidati e clienti e cogliere le reali motivazioni nelle persone. La mia soddisfazione più grande, è vedere aziende e candidati entusiasti per la loro nuova avventura professionale. 

3. Quale consiglio daresti alle aziende che sono alla ricerca di talenti? Ci sono delle competenze trasversali su cui dovrebbero puntare nella ricerca del giusto candidato?

Il consiglio che mi sento di dare ai clienti è andare oltre i curricula, oltre i comuni pregiudizi ed essere più flessibili. Ci sono candidati che per formazione e CV possono apparire perfetti e poi invece si rivelano non in sintonia con le proprie esigenze. Al contrario andare oltre la formazione ed il CV, oltre i preconcetti anagrafici, può rivelarsi una scelta vincente. Per quanto riguarda le competenze trasversali, penso sia molto importante avere collaboratori capaci di lavorare in team, comunicare efficacemente e gestire positivamente i conflitti e problemi. Per la crescita dell’azienda credo sia anche molto importante avere dipendenti che si mettano in gioco, apportando attivamente il proprio contributo. 

Andare oltre la formazione ed il CV, oltre i preconcetti anagrafici, può rivelarsi una scelta vincente.

4. Durante la tua esperienza lavorativa hai incontrato e fatto assumere tante persone. C’è qualche episodio particolare che ti è rimasto impresso? 

Più di uno in realtà e tutti legati da un filo conduttore, la sincera riconoscenza, grande educazione e forte senso del dovere. Ho collocato madri e padri di famiglia over 50 che si sono dimostrati ottimi candidati. Giovani padri con importanti esigenze famigliari che li spingevano a trovare impieghi più consoni alle loro necessità. Madri che cercavano di reinserirsi nel mondo del lavoro. Uomini e donne che dovevano dare una svolta alla loro vita e trovare un impiego che li valorizzasse. Diplomati e laureati desiderosi di incontrare selezionatori ed aziende che credessero in loro, per mettersi in gioco e dimostrare il loro valore. Ricordo i loro nomi e le loro storie, perché ancora mi scrivono e contattano parlandomi dei loro percorsi e ringraziandomi per averli capiti ed aiutati a trovare la loro strada. 

5. Hai qualche consiglio diretto ai candidati per affrontare al meglio il colloquio di lavoro?

Siate voi stessi e trasparenti rispetto alle vostre reali competenze ed ambizioni professionali. Dimostrate motivazione, entusiasmo e dedizione per lo studio ed i lavori svolti. Non siate prolissi, limitatevi a rispondere alle domande poste, senza andare fuori tema. Sconsiglio di parlare male dei precedenti datori di lavoro e/o colleghi e limitarsi a descrivere i fatti oggettivamente accaduti, senza scadere in inutili commenti personali. L’impegno e l’interesse verso la posizione, rimangono i requisiti per me fondamentali.