Per avere successo il talento non basta
Quanto spesso intraprendiamo una cosa nuova pieni di entusiasmo e di buone intenzioni e poi vi rinunciamo al primo ostacolo? Non per caso una delle frasi più citate del famoso pianista Arthur Rubinstein è “Non dirmi quanto talento possiedi, dimmi quanto lavori sodo.”
Nel suo libro “Grinta. Il potere della passione e della perseveranza” Angela Duckworth, psicologa e docente di Psicologia presso la University of Pennsylvania, dice che la chiave del successo non è il talento, ma appunto la grinta intesa come miscela di passione e perseveranza.
La sua teoria della grinta ha preso spunto dalle interviste di decine di persone, dai cadetti all’Accademia militare West Point, insegnanti che lavorano nelle scuole più problematiche degli Stati Uniti, fino ai giovani finalisti del National Spelling Bee (gara di spelling). “In tutti quei contesti molto diversi”, dice Angela al suo pubblico di TED Talk, “una caratteristica è emersa come un significativo predittore di successo. E non era intelligenza sociale. Non era bell’aspetto, quoziente di intelligenza. Era la grinta…”
La grinta secondo la Duckworth è composta da due elementi principali:
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- una caratteristica intrinseca della persona che – a parità di motivazione a perseguire un certo risultato – la rende “più perseverante della media”;
- una particolare propensione della persona ad appassionarsi e coinvolgersi nelle cose che fa, indipendentemente dal valore che attribuisce al risultato atteso.
La grinta è seguire il proprio futuro, giorno dopo giorno, non solo per una settimana, non solo per un mese, ma per anni, e lavorare davvero sodo per rendere il futuro una realtà. Grinta è vivere la vita come una maratona, non come uno sprint.
Angela Duckworth
Come le aziende/i selezionatori possono riconoscere la grinta nei candidati?
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Chiedete ai candidati di parlare non solo dei loro successi, ma anche dei loro fallimenti e delle lezioni che hanno imparato
Le persone con grinta di solito hanno vissuto anche dei fallimenti e hanno imparato a ricominciare dopo aver imparato la lezione. Essere in grado di ammettere gli errori commessi rivela molto sulla perseveranza di un candidato, mentre sforzarsi di apparire perfetto potrebbe essere un campanello d’allarme.
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Parlate anche degli aspetti difficili e impegnativi che riguardano la posizione per la quale state selezionando
Le persone grintose danno valore alle difficoltà e all’impegno che deve essere messo in campo per superarle. Anche dare l’idea di affrontare con nonchalance tutti gli aspetti del lavoro potrebbe essere un campanello di allarme.
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Chiedete ai i candidati dei loro interessi e passioni fuori lavoro
Una componente chiave della grinta è la passione e uno dei modi migliori per scoprire la passione di una persona è approfondire l’ultima sezione del suo curriculum: gli hobby. Un hobby non è la stessa cosa di un interesse. Gli interessi sono divertenti, ma possono essere passivi (come il binge-watching delle serie TV). Un hobby o una passione richiede la proattività e coinvolgimento, come imparare una lingua o suonare uno strumento musicale. Le passioni e progetti fuori lavoro di un candidato possono rivelare anche come affronta la gratificazione ritardata e/o l’assunzione di rischi.
Come trattenere i candidati con grinta?
Una volta individuati i candidati con grinta, coinvolgeteli enfatizzando l’apprendimento continuo e dimostrando che la vostra azienda ha gli strumenti e la volontà per aiutare i dipendenti a crescere. La loro mentalità di crescita e apprendimento continuo è sicuramente un vantaggio sia per loro e sia per la vostra azienda.
Riconoscere la grinta nei candidati e considerarla fra criteri di selezione vi renderà più facile portare a bordo persone che si appassionano alle sfide, che cercano attivamente di migliorarsi e che si impegnano per il successo comune.
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